Il famoso capolavoro kartell: 50 anni e 15 rifacimenti

Kartell ha celebrato il 50 ° anniversario dei dissuasori Componibili. Anna Castelli Ferrieri, la prima donna che si è laureata alla leggendaria università di architettura, Milan Polytech, ha inventato il contenitore. Fu Ferrieri, insieme al marito, a fondare la Kartell nel 1949. Ora il loro genero Claudio Luti è a capo dell'azienda.

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Anna Castelli Ferreri.

Il contenitore Componibili divenne il primo mobile modulare realizzato in plastica ABS resistente, che all'epoca era un materiale nuovo e molto avanzato.

Armadio componibile originale.

Il design accattivante e la praticità sono stati apprezzati da acquirenti e musei: il modello più venduto è incluso nella mostra permanente del Museo di Arte Moderna di New York (MoMA) e del Centro Georges Pompidou a Parigi.

Componibili, Kartell. Токуджин Йошиока. Componibili, Kartell. Patricia Urquiola.

In onore del cinquantesimo anniversario nello showroom Kartell di punta, è stata allestita una retrospettiva in cui è stato possibile rintracciare le "tappe del lungo viaggio" di Componibili, per studiare immagini e disegni d'archivio.

Componibili, Kartell. Mario Bellini. Componibili, Kartell. Philippe Stark. Componibili, Kartell. Alberto Meda. Componibili, Kartell. Ферруччо Лавиани.

I principali mostre erano 15 interpretazioni del contenitore su cui hanno lavorato i designer Ron Arad, Mario Bellini, Antonio Citterio, Ferruccio Laviani, Piero Lissoni, Alberto Meda, Alessandro Mendini, Oki Sato, Fabio Novembre, Philippe Starck, Patricia Urquiola, Tokujin Yoshioka, marchi di moda Emilio Pucci e Missoni, così come Disney.

Componibili, Kartell. Disney Componibili, Kartell. Emilio Pucci. Componibili, Kartell. Piero Lissoni. Componibili, Kartell. Missoni. Componibili, Kartell. Fabio Novembre. Componibili, Kartell. Antonio Chitterio. Componibili, Kartell. Alessandro Mendini. ​Componibili, Kartell. Рон Арад. Componibili, Kartell. Oki Sato, Nendo.

Ogni autore ha portato una parte del suo stile aziendale nel progetto. Alcuni ridipingevano e decoravano l'armadietto, altri ripensavano alla sua funzionalità, altri ancora lo trasformavano da un oggetto utilitario in un oggetto d'arte.

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